giovedì 15 marzo 2012

Rimedi erboristici per affrontare al meglio la primavera

Con l’arrivo della primavera, diverse persone possono manifestare malesseri e disagi psico-fisici: ansia, irrequietezza, stanchezza, insonnia e sbalzi di umore.

Durante questo periodo, il nostro organismo è sottoposto ad un lavoro maggiore per adattarsi alle nuove condizioni climatiche ed ambientali in atto: l’innalzamento della temperatura, ed il prolungamento delle ore di luce.

La luce solare è l’elemento che maggiormente influenza la nostra vita, agendo direttamente sull’organismo.

Regola infatti la produzione e secrezione della melatonina – un ormone deputato alla regolazione del ciclo sonno-veglia – indicando al nostro corpo la fase del riposo.
La luce, inibendo la produzione di melatonina (in misura dose-dipendente), induce il nostro corpo a stare sveglio e quindi a “lavorare” per un numero maggiore di ore giornaliere generando in alcuni casi quella tipica sensazione d’affaticamento.

Anche la pressione arteriosa può subire modificazioni: l’aumento della temperatura può provocare in soggetti particolarmente sensibili, un abbassamento della pressione che genera a sua volta stanchezza cronica, senso di inadeguatezza fisica, vertigini, sonnolenza dopo i pasti.

Altro fattore di rilievo è l’insorgenza di allergie da polline.
Le allergie, nel loro complesso, sono il risultato di una risposta ipersensibile del sistema immunitario nei confronti di agenti estranei, gli allergeni, che possono essere rappresentati da sostanze molto diverse: pollini, polvere, spore, muffe ma anche determinati tipi di cibo, alcuni materiali, acari e altri insetti. Gli allergeni vengono riconosciuti pericolosi per l’organismo, di conseguenza vengono prodotti anticorpi specifici contro di essi. Ai contatti successivi si possono manifestare reazioni più o meno violente: eruzioni cutanee, starnuti e difficoltà di respirazione.

In particolare, le allergie da polline interessano l’apparato respiratorio e sono caratterizzate da una certa stagionalità e ricorrenza nel corso dell’anno, determinata dal ciclo delle piante (prevalentemente betulacee e graminaceae) che producono ed immettono nell’ambiente, i diversi tipi di polline.

Ma allora, in generale, cosa è possibile fare, per combattere in modo naturale la sindrome del “mal di primavera”?

Sarà opportuno operare su due fronti:

 - da una parte, depurare il nostro organismo dal surplus di tossine accumulate durante il periodo invernale e che sicuramente affaticano e rallentano l’adattamento alle nuove condizioni ambientali.

 - dall’altra, supportare le funzioni metaboliche, con prodotti salutistici e corretti stili di vita, determinando una sorta di ri-energizzazione del nostro corpo.

Consigli generali:
                             













  • mangiate frutta e verdura di stagione (in particolare ortaggi verdi  e colorati, come carote, barbabietole, zucche, peperoni ,cetrioli..).
  • consumare preferibilmente cibi integrali, perchè ricchi in fibra e sali minerali.
  • mangiare frutta secca, in quanto molto ricca in sali minerali ed acidi grassi insaturi (in particolare, mandorle, uvetta e prugne secche). Non assumere in caso di allergia
  • assumere un cucchiaio di olio di semi di lino (ricco in ac. grassi insaturi)
  • bere numerose tisane depurative (a base di carciofo, cardo mariano, equiseto)
  • assumere integratori a base di sali minerali (potassio, magnesio, calcio) che alcalinizzano la dieta e pertanto apportano benessere a  livello del tessuto muscolare e connettivo.
  • ridurre il consumo bevande alcoliche e a base di caffeina.
  • ridurre il consumo di formaggi e lattici
  • evitare pietanze ricche in acidi grassi saturi, quali merendine industriali e cibi fritti.
  • gli integratori alimentari possono essere un utile complemento laddove l’alimentazione è povera di questi nutrienti essenziali. I più utilizzati sono i composti di vitamine molto labili, come le idrosolubili (C e gruppo B) che si alterano facilmente negli alimenti per effetto del calore.

   

Rimedi erboristici depurativi

 

CARCIOFO (Cynara cardunculus L. ssp. scolymus)


Ai fini officinali vengono utlizzate le foglie di Cynara scolymus (famiglia delle Aseraceae),  pianta erbacea perenne e rizomatosa. Al carciofo vengono attribuite diverse proprietà salutistiche: è un ottimo antiossidante, epatoprotettivo e coleretico, inoltre risulta essere un antilipidemico (tende a diminuire la concentrazione di grassi nel sangue) svolgendo pertanto un’azione ipocolesterolemizzante. I principali responsabili di queste azioni sono gli acidi dicaffeilchinici (es. cinarina), i lattoni sesquiterpenici e i flavonoidi.

La commissione tedesca E (Agenzia regolatoria governativa per il corretto utilizzo dei prodotti erboristici) raccomanda il carciofo per disturbi dispeptici (insieme di disturbi a livello gastrico, come nausea, bruciore di stomaco, gonfiore,eruttazione.. ) in una dose giornaliera di 6 gr da utilizzare sotto forma di infuso. In genere vengono più frequentemente utilizzati estratti idoralcolici standardizzati in termini di  acidi caffeilchinici ( con una concentrazione media compresa fra il 13% ed il 18%).



CARDO MARIANO (Silybum marianum)                      

E’ una pianta erbacea biennale, che spesso cresce spontaneamente a ridosso dei campi di frumento. La droga contiene un complesso di flavonolignani denominato silimarina.

Il cardo mariano è stato clinicamente studiato per diverse patologie epatiche. La Commissione Tedesca E  raccomanda un assunzione di 12-15 gr di droga secca al giorno, oppure preparazioni equivalenti a 200-400 mg di silimarina. Il titolo di silimarina deve essere non meno del 70-80 % sul totale del preparato da assumere.

Come tisana depurativa (seppure l’effetto sia molto più blando rispetto ad una formulazione classica)si potrannno utilizzare sia i semi che le parti aeree della pianta essicata.

Semi: Versare 150 ml d’acqua bollente su 2 cucchiaini di semi di cardo mariano tritati, lasciare riposare un quarto d’ora a tazza coperta e poi filtrare. Berne una tazza 3 volte al giorno, mezz’ora prima dei pasti, per un periodo di 3 settimane.

Pianta essicata: Versare dell’acqua bollente su 1/2 cucchiaino di pianta essiccata e tritata, lasciare riposare 10 minuti, poi filtrare. Berne 2-3 tazze al giorno.

In farmacia ed erboristeria si possono trovare preparati a base di cardo mariano contenenti diverse concentrazioni di silimarine. Consultare il prorio erborista o farmacista  di fiducia  per conoscerne il dosaggio corretto.

Precauzioni ed effetti indesiderati: a dosi elevate può provocare nausea e vomito nei primi giorni di somministrazione. Non va utilizzato in gravidanza.

Interazioni: la tiramina contenuta nel Cardo mariano può interagire con i farmaci antidepressivi inibitori delle monoaminossidasi e può anche aumentare la pressione arteriosa, pertanto va usato con cautela dai soggetti ipertesi o che assumono antidepressivi cosiddetti IMAO.




TARASSACO (taraxacum officinalis)



La droga è  costituita dalle parti aeree o dalla pianta intera (comprese le radici). Contiene flavonoidi, minerali (es. potassio), acidi fenolici (ac. caffeico, ac. cicorico) una resina a base di sostanze amare (tarassicina) e lattoni sesquiterpenici.

Studi di farmacologia sperimentale hanno evidenziato proprietà diuretiche, ipoglicemiche, coleretiche e colagoghe. La dose raccomandata dalla Commissione tedesca E è 4-10 gr di droga secca costituta dalle parti aeree da assumere 3 volte al dì. Non assumere in casi di calcoli biliari, se non sotto prescrizione medica.

Note bibliografiche: fitoterapia – impiego razionale delle droghe vegetali – F. Capasso, G. Grandolini, A.A. Izzo – Springer

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